Sclerosi multipla recidivante attiva: Daclizumab riduce le lesioni captanti il Gadolinio nei pazienti trattati con Interferone beta


Uno studio di fase II ha dimostrato una significativa riduzione nelle lesioni captanti il Gadolinio con Daclizumab ( Zenapax ), in aggiunta alla terapia con Interferone beta nei pazienti con sclerosi multipla recidivante attiva.

Lo studio, noto come CHOICE, ha coinvolto pazienti che continuavano a presentare sclerosi multipla attiva nonostante la terapia con Interferone beta.

I pazienti trattati con Daclizumab 2 mg/kg per via sottocutanea ogni 2 settimane, hanno mostrato una riduzione, statisticamente significativa, del 72% nel numero di lesioni, nuove o allargate, captanti il Gadolinio alla 24a settimana, rispetto ai pazienti in terapia solo con Interferone beta.

I pazienti dello studio CHOICE sono stati seguiti per altre 48 settimane dopo il periodo di trattamento con Daclizumab per valutare ulteriormente la sicurezza e l’efficacia del farmaco.

È stata osservata una maggiore incidenza di gravi infezioni tra i pazienti trattati con Daclizumab ( 4,6% versus 1,3% con placebo ).
Le infezioni del tratto urinario sono risultate leggermente più alte con Daclizumab 2 mg/kg ( 17% versus 13% con placebo ) .
L’incidenza di eventi avversi cutanei era più alta nei gruppi Daclizumab ( 34% versus 27% con placebo ), ma era di gravità lieve-moderata.

Daclizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che ha come bersaglio il recettore dell’interleuchina 2 ( IL-2 ) sulle cellule T attivate. ( Xagena_2007 )

Fonte: Biogen Idec, 2007



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