Sclerosi multipla secondariamente progressiva: Mayzent approvato nell'Unione Europea


La Commissione europea ha approvato Mayzent ( Siponimod ) per il trattamento dei pazienti adulti con forme di sclerosi multipla secondariamente progressiva ( SMSP ) con malattia attiva evidenziata da recidive o caratteristiche di imaging dell’attività infiammatoria.

Siponimod è una terapia orale modificante la malattia, con somministrazione giornaliera, che ha dimostrato di ritardare in modo significativo la progressione della disabilità e di aumentare le possibilità per i pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva.
E' la prima terapia modificante la malattia a ritardare la progressione della disabilità nei pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva, tra cui molti che avevano raggiunto uno stadio non-recidivante e un elevato livello di disabilità.

Sebbene la progressione di sclerosi multipla sia diversa per ogni paziente e influenzata da molteplici fattori, incluso l’uso di trattamenti che modificano la malattia, si stima che fino all’80% dei pazienti passerà dalla forma recidivante remittente alla sclerosi multipla secondariamente progressiva.

Siponimod è un modulatore selettivo dei sottotipi uno e cinque del recettore della sfingosina-1-fosfato ( S1P1 e S1P5 ). Si lega al sub-recettore S1P1 sui linfociti, impedendo loro di penetrare nel sistema nervoso centrale ( SNC ). Si ritiene che questo contribuisca a determinare gli effetti antinfiammatori di Siponimod.
Il farmaco entra anche nel SNC e qui si lega al sub-recettore S1P5 sugli oligodendrociti e astrociti. In tal modo può modulare l’attività delle cellule alterate e ridurre la perdita di funzionalità neurologica associata alla sclerosi multipla secondariamente progressiva.

L’approvazione di Mayzent si basa sui dati di EXPAND, uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di Siponimod rispetto al placebo nelle persone che soffrono di sclerosi multipla secondariamente progressiva.
Lo studio ha arruolato 1.651 pazienti.
I risultati sono stati pubblicati su The Lancet.
I pazienti arruolati in EXPAND erano rappresentativi di una tipica popolazione di sclerosi multipla secondariamente progressiva: all’inizio dello studio, i pazienti avevano un’età media di 48 anni, vivevano con la sclerosi multipla da circa 16 anni e più del 50% aveva un punteggio mediano di 6.0 per la scala EDSS ( Espanded Disability Status Scale ) e aveva necessità di un ausilio per la deambulazione.
Siponimod ha ridotto significativamente il rischio di una progressione della disabilità ( CDP ) confermata a tre mesi ( endpoint primario; riduzione del 21% rispetto al placebo, p=0.013; riduzione del 33% rispetto al placebo nei pazienti con attività recidiva nei due anni precedenti lo screening, p=0.0100 ).
Siponimod ha anche significativamente ritardato il rischio di CDP a sei mesi ( 26% rispetto al placebo, p=0.0058 ) e ha ridotto il tasso di ricaduta annualizzato ( ARR ) del 55%.
Dallo studio sono inoltre emersi risultati favorevoli, significativi, in altre misure rilevanti dell’attività di malattia, tra cui la capacità cognitiva, l’attività alla risonanza magnetica e la perdita di volume cerebrale.
Nel sottogruppo di pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva non-attiva, i risultati non sono stati statisticamente significativi.

Siponimod può aumentare il rischio di infezioni e può causare edema maculare, riduzioni transitorie della frequenza cardiaca e può causare un declino della funzione polmonare.
Gli enzimi epatici devono essere controllati nella fase iniziale di somministrazione del farmaco con attento monitoraggio dei pazienti con grave compromissione epatica.
E' necessario inoltre monitorare la pressione sanguigna del paziente durante il trattamento.
Le reazioni avverse più comuni riportate dai pazienti che ricevono Siponimod negli studi clinici sono state: cefalea, ipertensione e alterazione dei test di funzionalità epatica.

Le donne con potenziale fertile dovrebbero usare una contraccezione efficace durante e per 10 giorni dopo l’interruzione del farmaco a causa del potenziale rischio di danno fetale.

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica, infiammatoria e autoimmune del sistema nervoso centrale che interrompe le comunicazioni tra il cervello e altre parti del corpo.
La maggior parte delle persone sperimenta i primi sintomi della sclerosi multipla tra i 20 e i 40 anni.
La sclerosi multipla è tra le cause più comuni di disabilità neurologica nei giovani adulti e si verifica più frequentemente nelle donne che negli uomini.
Per la maggior parte delle persone la sclerosi multipla inizia con un decorso recidivante-remittente, in cui gli episodi di peggioramento della funzione ( ricadute ) sono seguiti da periodi di recupero ( remissioni ). Queste remissioni possono non essere complete e possono lasciare i pazienti con un certo grado di disabilità residua.

Molti, ma non tutti, i pazienti con sclerosi multipla sperimentano un certo grado di disabilità persistente che con il tempo peggiora gradualmente.
In una elevata percentuale di pazienti, la disabilità può progredire indipendentemente dalle ricadute.
La progressione della disabilità più frequentemente comprende un impatto sulla deambulazione, con necessità di un ausilio per la deambulazione, disfunzione vescicale e declino cognitivo. ( Xagena_2020 )

Fonte: Novartis, 2020

Xagena_Medicina_2020