Gliomi cerebrali: Vorasidenib rallenta la crescita tumorale delle neoplasie definite di basso grado


Vorasidenib ha dimostrato di rallentare la crescita tumorale delle neoplasie definite di basso grado, che colpiscono maggiormente i pazienti giovani, fra i 20 e i 40 anni, oltre a ridurre le crisi epilettiche associate ai gliomi cerebrali.

Vorasidenib è un nuovo farmaco che nello studio internazionale INDIGO ( 331 pazienti da 10 Paesi diversi ) ha dimostrato di rallentare la crescita tumorale dei gliomi definiti di basso grado, che colpiscono maggiormente i pazienti giovani, fra i 20 e i 40 anni.

Queste neoplasie, caratterizzate dalla presenza della mutazione IDH1-IDH2, non sono maligne ma a causa delle loro peculiarità infiltrative nel tessuto nervoso sano non sono suscettibili di una rimozione chirurgica radicale.
Il residuo tumorale nel tempo tende a crescere e a evolvere verso forme più aggressive.

In presenza della mutazione IDH il glioma produce un metabolita anomalo ( oncometabolita ) che favorisce la crescita e l’infiltrazione tumorale, oltre a essere implicato nella suscettibilità a sviluppare crisi epilettiche.

Nello studio INDIGO è stata valutata l’efficacia di Vorasidenib quale inibitore specifico della mutazione IDH.
Il farmaco è stato in grado di rallentare significativamente la crescita tumorale, consentendo di posticipare la radioterapia e la chemioterapia, attualmente ritenute terapie standard, che tuttavia possono essere gravate da importanti effetti collaterali.

Vorasidenib viene somministrato per via orale, risulta esseretollerato e, oltre a produrre effetti sul tumore, è apparso attivo anche nel ridurre le crisi epilettiche.

I risultati della ricerca sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine e il farmaco seguirà ora l’iter per l’approvazione negli Stati Uniti e in Europa affinché possa entrare nella pratica clinica.

Lo studio Glioma Project, pubblicato sul Journal of Translational Medicine, ha analizzato il profilo molecolare di 99 gliomi, attraverso tecnologie innovative di next generation sequencing.
Nello studio la maggior parte dei gliomi presentava mutazioni potenzialmente trattabili con terapie bersaglio utilizzando farmaci approvati per l’uso in altre patologie tumorali ma non ancora autorizzati per i tumori cerebrali.
Un’alternativa terapeutica che si è verificata solo per 4 pazienti in quanto il rapido avanzamento della malattia non ha consentito in molti casi l’applicazione della medicina di precisione. ( Xagena_2023 )

Fonte: Ospedale Molinette di Torino, 2023

Xagena_Medicina_2023