Trombolisi nei pazienti con precedente ictus entro gli ultimi 3 mesi


I pazienti con un precedente ictus entro 3 mesi sono stati per lo più esclusi da studi randomizzati sulla trombolisi soprattutto a causa del timore di un aumento del tasso di emorragia intracerebrale sintomatica.

Uno studio ha confrontato le caratteristiche di base e l’esito clinico dei pazienti sottoposti a trombolisi che avevano un precedente ictus negli ultimi 3 mesi con quelli che non hanno soddisfatto questo criterio ( gruppo di controllo ).

In tutto, 1.217 pazienti sono stati inclusi nella analisi ( 42.2% donne, età media 68.8 ± 14.4 anni ).

I pazienti con precedente ictus negli ultimi 3 mesi ( n=17 [ 1.4% ] ) avevano più frequentemente una occlusione della arteria basilare ( 41.2% vs 10.8% ) e meno frequentemente un punteggio alla scala Rankin modificata ( MRS ) di 0-1 prima dell’ictus indice ( 88.2 % vs 97.3% ) e un maggiore intervallo di tempo medio dalla comparsa dei sintomi alla trombolisi ( 321 vs 262 min ) rispetto a quelli del gruppo di confronto.

La gravità dell’ictus non era differente tra i due gruppi.

I tassi di sanguinamento intracerebrale sintomatico erano 11.8% contro 6%. Nessuno dei sanguinamenti intracerebrali sintomatici ( solo una emorragia intracerebrale asintomatica ) si è verificato nella regione del primo infarto.

A 3 mesi, l’esito favorevole ( MRS inferiore o uguale a 2 ) nei pazienti con pregresso ictus entro 3 mesi è stato pari al 29.4% ( contro il 48.9% ) e la mortalità pari al 41.2% ( contro il 22.7% ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti con ictus negli ultimi 3 mesi, non si è verificata nessuna emorragia intracerebrale sintomatica nella regione del primo infarto.
L'alta mortalità è stata influenzata da quattro pazienti, che sono morti a causa di un ictus indice acuto maggiore.
È ragionevole includere questi pazienti in studi clinici randomizzati e nei registri per valutare ulteriormente il rapporto rischio-beneficio della trombo lisi in questa popolazione. ( Xagena_2014 )

Heldner MR et al, Eur J Neurol 2014; 21: 1493-1499

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