Un composto normalmente prodotto dall'organismo potrà forse servire a sviluppare nuovi farmaci antiepilettici

A cura di Telethon
L'epilessia si presenta in numerose forme cliniche distinte, che colpiscono nel complesso circa l'1% della popolazione nei paesi industrializzati. Durante una crisi epilettica vi è una improvvisa scarica di impulsi nervosi da parte di un gruppo più o meno esteso di cellule cerebrali. Accanto a forme di epilessia sporadiche (non familiari) esistono numerose forme che mostrano una predisposizione familiare di origine genetica. Sono più di 600.000 in Italia le persone affette da epilessia, con almeno 30.000 nuovi casi ogni anno. In un terzo dei malati i farmaci attualmente disponibili non sono efficaci e l'unica cura consiste in delicati interventi chirurgici al cervello, con conseguenze sulla qualità della vita ed un elevato costo sociale. Per questo nei laboratori di tutto il mondo i ricercatori tentano di sviluppare farmaci in grado di curare efficacemente anche le forme di epilessia refrattarie agli attuali trattamenti. Un importante risultato in questo campo, pubblicato in ottobre dalla prestigiosa rivista scientifica P.N.A.S. (Proceedings of the National Academy of Science, la rivista ufficiale dell'Accademia delle Scienze statunitense*), arriva oggi da una ricerca finanziata da Telethon e coordinata da Annamaria Vezzani dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano nell'ambito di una collaborazione internazionale che ha coinvolto laboratori austriaci, svedesi e un gruppo americano dello Scripps Research Institute di La Jolla.
I ricercatori hanno recentemente scoperto che una proteina normalmente prodotta dall'organismo, chiamata "antagonista recettoriale della interleuchina 1beta" (IL-1Ra), è in grado, se somministrata ad animali di laboratorio, di diminuire fino al 70% l'intensità degli attacchi epilettici. Anche il tracciato elettroencefalografico, che misura l'attività elettrica del cervello e che risulta alterato durante le crisi epilettiche, mostra un deciso miglioramento negli animali trattati.
(*Vezzani A, Moneta D, Conti M, Richichi C, Ravizza T, De Luigi A, De Simoni MG, Sperk G, Andell-Jonsson S, Lundkvist J, Iverfeldt K, Bartfai T: "Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist on intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice" Proc Natl Acad Sci U S A 2000 Oct 10;97(21):11534-11539) (Xagena 2000)