Viaggio nel cuore del trigemino: quando il farmaco non basta più

A cura di F. Antonaci, Centro Cefalee Ist. Neurologico Mondino, Pavia


Il 25-50% dei pazienti con nevralgia del trigemino possono essere resistenti alla terapia farmacologica e necessitare di un trattamento chirurgico. Vengono utilizzate tecniche a cielo aperto (trattotomia, decompressione del ganglio di Gasser, rizotomia), la più recente delle quali è la decompressione microvascolare in fossa cranica posteriore secondo Jannetta, o più frequentemente, tecniche percutanee (termocoagulazione, neurolisi con glicerolo, compressione con catetere a palloncino). La tecnica più attualmente in uso è la rizotomia percutanea mediante radiofrequenza. Nessuna tecnica è risolutiva data l'elevata incidenza di recidive e i possibili esiti (anestesie dolorose, analgesie, cheratiti neuroparalitiche, parestesie facciali). Le tecniche a cielo aperto risultano gravate da un tasso di mortalità e morbilità variabile a seconda del grado di esperienza dell'equipe chirurgica. Va comunque sottolineato che in un paziente resistente alla terapia medica, sia la decompressione microvascolare che la rizotomia percutanea sono procedure relativamente sicure ed efficaci per il trattamento della nevralgia trigeminale.

(Keywords: nevralgia del trigemino, trattotomia, decompressione del ganglio di Gasser, rizotomia percutanea)