La cefalea post-traumatica: attenti agli strascichi
A cura di Fabio Antonaci, Istituto Neurologico Mondino, Pavia
La cefalea post-traumatica è il sintomo più frequente dopo un trauma cranico chiuso e persiste per più di due mesi nel 60% dei casi. Lane e collaboratori hanno effettuato una puntuale revisione della letteratura.
La cefalea si presenta spesso in associazione al dolore cervicale e ad altri sintomi post-contusivi come disturbi cognitivi, comportamentali e somatici.
La cefalea post-traumatica acuta può esordire all'epoca del trauma e durare fino a due mesi, oltre tale limite viene definita cefalea post-traumatica cronica. Con il passare del tempo la cefalea ha la tendenza a diventare quotidiana a meno che non venga iniziato precocemente un trattamento aggressivo. I meccanismi patogenetici della cefalea post-traumatica sono in gran parte ignoti. La cefalea può assumere gli aspetti di un'emicrania o di una cefalea di tipo tensivo; a volte si può sviluppare una cefalea rebound da abuso di analgesici che complica sensibilmente la prognosi. Un trattamento adeguato necessita di un approccio "centrale" e "periferico" utilizzando farmaci d'attacco e di prevenzione.
La letteratura è povera di orientamenti terapeutici e non vi sono linee-guida. Il trattamento in uso è quindi prescritto sulla base di esperienze terapeutiche individuali. Un ritardo nella guarigione può essere attribuito ad un trattamento inadeguato, ad un abuso di analgesici o ad una comorbidità psichiatrica. ( Xagena_2002 )
(Curr Treat Options Neurol 2002 Jan;4(1):89-104)